I riposi per allattamento in alcune circostanze devono essere riconosciuti anche al padre. Lo prevede l’articolo del d. Qualora la mamma per qualsiasi motivo non ne possa beneficiare, i riposi giornalieri possono essere goduti anche dal padre. Queste ore di riposo sono conosciute con il nome di permessi per allattamento , anche se in realtà chi li richiede non deve dimostrare di allattare ancora il proprio figlio. A quante ore ha diritto il padre a titolo di permessi per allattamento.
In caso di parto gemellare, anche al padre spetta il congedo di paternità previsto per un singolo figlio, con la differenza, rispetto al parto di un solo bambino, che in questo caso al padre spettano le ore anche durante il congedo materno. Pure nel caso del padre , le ore raddoppiano. Il padre dovrà comunicare all’azienda i periodi di congedo con un preavviso di almeno giorni.
I congedi ed il relativo l’indennizzo sono riconosciuti anche durante periodi di disoccupazione, mobilità o cassa integrazione guadagni presentando apposita domanda all’INPS. Ossia, possono spettare anche al padre , i riposi orari per allattamento , anche se ovviamente il padre non svolge l’effettiva funzione o ruolo dell’ allattamento vero e proprio del figlio. Quando i permessi per allattamento passano al padre. I cosiddetti permessi per allattamento , che la legge chiama “riposi giornalieri” della madre o del padre , sono disciplinati dagli artt. La madre lavoratrice ha diritto, nel primo anno di vita del figlio, alla fruizione di permessi giornalieri per allattamento di una o due ore al giorno.
Si tratta di riposi orari retribuiti tramite indennità dell’Inps, a cui può avere diritto anche il padre lavoratore. Diventare genitori non è semplice. Fertilina viene in vostro soccorso!
Ecco perché, dietro a un allattamento che funziona, nella maggior parte dei casi c’è un padre che ha saputo sostenere la propria compagna. Un uomo che ha saputo ascoltarla, accoglierla, rassicurarla, proprio come lei fa con il loro bambino. In alternativa al congedo parentale, durante il primo anno di vita del bambino, la madre (e in certi casi anche il padre ) ha diritto a delle ore di riposo giornaliero. In passato queste ore di riposo erano definite allattamento. Dal Jobs Act alla Legge di Stabilità, sono diversi i provvedimenti che negli ultimi anni hanno via via esteso ai lavoratori autonomi le tutele per maternità e paternità dei dipendenti genitori.
Per parti plurimi le ore sono aumentate a 4. L’ allattamento è la norma biologica per la specie umana, il modo normale di nutrire i neonati e rappresenta una pratica che agisce in maniera determinante sulla salute degli individui e, dunque, delle popolazioni. Il padre dipendente può usufruire del riposo per allattamento dipendenti pubblici qualora la madre sia casalinga o oggettivamente incapace di accudire il bambino. In caso di morte o di grave infermità della madre, infine, il padre dipendente può usufruire del riposo per allattamento riservato ai dipendenti pubblici. Insomma, un allattamento che non decolla può fare paura a un papà. Così come un allattamento che continua dopo il primo o il secondo compleanno, se nella cerchia delle proprie conoscenze tutte le altre mamme lo hanno concluso prima.
Il problema è che un papà che non è di supporto fa male due volte. Vale la pena di ricordare che raddoppiano anche i riposi giornalieri (cosiddetto “ allattamento ”) fino al 1° anno di vita del bambino. Tali riposi possono essere anche ripartiti tra i genitori: il padre può fruirne se la madre vi rinuncia anche solo in parte.
Diamoci degli obiettivi! Il padre del bambino può sostenere la madre, che si dedica prevalentemente al bambino, in molti modi diversi: si è visto come questo può favorire un buon allattamento , e rafforza anche il rapporto del padre con il bambino. Fornero, che ha riservato al padre lavoratore due speciali forme di congedo connessi alla nascita di un. Dall’esame delle due norme sopra citate, si evince che nella soluzione della questione in esame assume una funzione dirimente l’individuazione della sussistenza di una equiparazione della fruizione dei riposi per allattamento e dei riposi compensativi alla prestazione lavorativa. Volontà del nostro ordinamento è quella di favorire la fruizione di congedi e permessi a sostegno della genitorialità.
Sono previste una serie di tutele specifiche (maternità obbligatoria, congedo parentale, congedo di paternità, maternità anticipata, maternità posticipata, permessi per allattamento , voucher baby sitting e asili nido, permessi per malattia del bambino) poste alla. Quanto più i tassi di allattamento (per fortuna!) crescono, così come sale l’età dei bambini allattati, tanto più il fatto che il bambino è allattato può diventare oggetto di scontro davanti al giudice. Si rappresenta che, mentre la militare madre può godere dei riposi giornalieri durante i periodi di congedo parentale del padre , non è, invece, riconosciuta al militare padre tale possibilità nel caso in cui la madre, lavoratrice, si trovi in congedo di maternità o congedo parentale. Se ne usufruisce il padre , però, ha diritto alle sole ore aggiuntive (quindi il papà di due gemelli che ha un orario di lavoro di ore, potrà godere di sole due ore di riposo per allattamento , non di quattro), delle quali però potrà godere anche nel periodo di astensione obbligatoria o facoltativa della madre.
Per i rimanenti mesi di congedo parentale il trattamento economico è ridotto al.
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